LA SINTESI FINALE (#28)

Cari lettori, il blog volge al termine con quest'ultimo post e ho pensato quindi che fosse opportuno tirare le somme e rivedere in sintesi il percorso svolto sul fluorimetro.

Abbiamo cominciato dalla cosa più semplice, il nome, frutto dell'unione tra "fluo-" e "metro", in base al principio su cui si basa la sua misurazione, ovvero la fluorescenza.

Fluorimetro Vicam


Quest'ultima è un'emissione luminosa causata dal rilassamento di elettroni eccitati da fotoni: la sua storia è strettamente legata al fluorimetro e alla
fluorimetria, la disciplina a cui lo strumento fa riferimento.

La storia della fluorimetria infatti ha origine proprio con le prime osservazioni di fluorescenza: inizialmente questo fenomeno non era ben compreso e ad alcuni pareva quasi qualcosa di magico o divino, come successe ai marinai spagnoli con la noctiluca scintillantis, scambiata per la Vergine del Carmen.

A proposito della storia della fluorescenza e dello sviluppo della fluorimetria è stato appositamente redatto un elenco di letture storiche, che si sono rivelate molto utili per la scrittura di questo blog.

La prima vera e propria descrizione del fenomeno avvenne nel 1565 grazie a Nicolás Monardes, che la osservò in una soluzione diuretica derivata da un particolare albero.
A questa prima osservazione ne susseguirono altre nei minerali, nella clorofilla e nella chinina, fino ad arrivare al 1926, anno in cui Enrique Gaviola prototipa il primo fluorimetro per l'osservazione diretta della fluorescenza.

A questo punto lo strumento viene via via migliorato, anche con l'aggiunta di componenti come il fotomoltiplicatore ad esempio, che oltre ad apportare notevoli migliorie tecniche ne agevola l'accesso al mercato. A testimonianza di questi avanzamenti, abbiamo inoltre visto alcuni esempi di brevetti.
Tuttavia il fluorimetro possiede ancora alcune limitazioni e per questo nel 1955 Bowman e Brodie inventano spettrofluorimetro, una seconda tipologia di fluorimetro che permette di selezionare la lunghezza d'onda desiderata per la misurazione.

Spettrofluorimetro Horiba


Da questo momento fino al 1970 circa il fluorimetro acquista progressivamente sempre più
popolarità, come abbiamo potuto osservare dai grafici realizzati da Ngram Viewer: a questo periodo risalgono anche numerosi manifesti pubblicitari, che sponsorizzano le ultime novità realizzate dalle grandi aziende produttrici di allora.

In merito a queste ultime, ha particolare rilevanza l'azienda tedesca Carl Zeiss, storica produttrice di fluorimetri che ritroviamo anche su alcuni francobolli del '56.

Lo strumento negli anni a seguire è stato ulteriormente perfezionato, anche per quanto riguarda i materiali, e si è sviluppato per soddisfare le esigenze dei diversi campi in cui è stato applicato: nel blog abbiamo riportato due particolari esempi, molto diversi fra loro come struttura, un fluorimetro portatile e un fluorimetro da laboratorio.

Fluorimetro portatile Turner Design


Infatti il fluorimetro, anche se strettamente legato alla
chimica, con il passare del tempo è stato impiegato anche nelle analisi terrestri, in oceanografia, nelle analisi agroalimentari, in medicina e addirittura in ambito forense, come abbiamo potuto appurare guardando NCIS.

Trattandosi di uno strumento scientifico però, oltre alla storia, non poteva mancare il lato più tecnico del fluorimetro.
Il primo passo è stato quello di inserirlo all'interno di una tassonomia, in modo da rendere chiara la sua posizione all'interno della scienza.
Abbiamo poi cercato di capire il funzionamento dello strumento e la normativa a riguardo, in caso un giorno potesse servirci per qualche strano motivo.
In realtà non sarebbe neanche così strano, un giorno in futuro, incappare nuovamente in questo strumento, anzi ormai potrei dire di vederlo ovunque: il fluorimetro infatti, per quanto sconosciuto possa risultare alla maggior parte di noi, ha molti più collegamenti con la nostra quotidianità di quanto si possa immaginare.
Abbiamo infatti appurato la presenza dello strumento prima all'interno dei fumetti di carattere scientifico di Athelstan Spilhaus e in seguito lo abbiamo collegato addirittura ai Pink Floyd.
Chissà che magari in futuro, invece che diventare designer grafica come vi ho scritto, non mi ritrovi a disegnare fluorimetri...sarebbe sicuramente un'opzione vantaggiosa considerato il costo che possono raggiungere, un numero davvero esorbitante!

Per terminare, abbiamo ragionato anche sulle parole e sui concetti relativi al fluorimetro, creando un abbecedario "personalizzato" (se così si può dire) e una mappa concettuale che racchiudesse i concetti chiave alla base dello strumento e di questo blog.

Ringrazio tutti voi lettori per avermi accompagnato nella stesura di questo blog e nella scoperta di questo nuovo (almeno per me) strumento.


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